Con l’attuale crisi del mercato del lavoro, a crescere non è solo il numero di persone alla ricerca d’impiego, ma anche il business delle truffe alle loro spalle. Si inizia dalle aziende che cedono illecitamente i dati di chi si è iscritto alle finte offerte di lavoro, sino ad arrivare a chi estorce dei soldi con la promessa di un impiego che non arriverà mai. In questo breve vademecum abbiamo stilato un elenco con le più diffuse offerte-truffa ed i rimedi per difendersi.
Offerte di lavoro truffa: le più diffuse
Ecco le offerte truffa più comuni da cui guardarsi:
- Annuncio in cui si chiede di chiamare un numero a pagamento per avere maggiori informazioni; lo scopo di questa finta offerta è molto chiaro: ottenere il maggior numero di chiamate per incassare il più possibile.
- Annuncio nel quale è richiesta, per candidarsi all’offerta di lavoro, l’iscrizione a una banca dati a pagamento: anche questa truffa ha lo scopo di ottenere denaro, utilizzando come esca un impiego allettante, ma inesistente; in alcuni casi si illude il malcapitato che le più grandi aziende “peschino” i curricula solo da quella banca dati.
- Annuncio nel quale si richiede un book fotografico a pagamento, in cambio di un lavoro nel mondo della moda o dello spettacolo: false offerte simili sono smascherabili facilmente, in quanto le aziende serie del settore, pur gradendo un book fotografico, non obbligano certamente i candidati ad averne uno a pagamento fatto da loro.
- Impiego per il quale è richiesta la frequenza, prima di essere assunti, di un corso di formazione a pagamento (o con borse di studio che nessuno vincerà mai): anche in questo caso la truffa è finalizzata ad ottenere denaro da chi paga il corso, illuso dalla certezza di un futuro impiego; in alcuni casi non esiste nemmeno il corso di formazione.
- Vendite porta a porta: non tutte le offerte porta a porta sono una truffa; lo sono quelle in cui si promette al candidato un compenso fisso o un inquadramento come dipendente, mentre, nel concreto, si offre un posto di venditore a domicilio, che “se nulla vende nulla guadagna”.
- Call center outbound: la truffa dei call center si basa sullo stesso principio di quella dei venditori porta a porta; si pubblica un annuncio in cui si ricerca personale amministrativo, mentre, di fatto, si cercano operatori che telefonino per vendere prodotti o far sottoscrivere offerte; i compensi sono molto bassi, a fronte di provvigioni che crescono in base all’invendibilità del prodotto.
- Periodo di prova gratuito: la truffa della “prova gratis”, nella maggior parte dei casi, non si evince dagli annunci di lavoro, ma si scopre dopo il colloquio; in pratica, si fa svolgere al candidato un periodo di lavoro gratuito, giustificato come periodo di valutazione per l’affidamento di mansioni di un buon livello (team leader, selezionatore, etc.); l’azienda fa firmare al lavoratore un foglio in cui dichiara che l’attività prestata non costituisce un rapporto lavorativo e che, pertanto, non ha diritto ad alcun compenso; terminata la “prova-truffa”, naturalmente il malcapitato non è idoneo e l’azienda lo ha sfruttato gratis.
- Lavoro a domicilio: ovviamente non tutti gli impieghi a domicilio sono una truffa; lo sono quelli in cui si richiede del denaro in cambio dell’invio di un “kit” per lavorare (ad esempio cornici da confezionare, volantini da imbustare…) o dell’apertura di un account per vendere prodotti; il principio è lo stesso che sostiene il “marketing piramidale”: alla fine a guadagnarci è l’azienda che sta “in cima alla piramide” e gli sventurati che acquistano, sperando a loro volta di vendere, restano a bocca asciutta
- Guadagnare con i questionari: in questo tipo d’imbroglio, molto diffuso, si illudono i malcapitati con la promessa di alti guadagni in cambio della compilazione di lunghissimi questionari; alla fine chi guadagna è solo l’azienda, che vende i dati personali a caro prezzo.
Gli imbrogli nelle offerte di lavoro non si esauriscono certamente in questi casi elencati: vi sono ipotesi ancora più gravi, come quella del finto datore che vuole abusare del candidato in cambio della promessa di un impiego, o quella dell’azienda estera inesistente che richiede alte cauzioni per l’alloggio. La fantasia dei criminali, purtroppo, non conosce limiti.
I trucchi per difendersi
I modi per difendersi da queste offerte truffaldine esistono e, più che “trucchi”, sono regole di buonsenso.
- Innanzitutto, diffidate degli annunci nei quali si parla di altissimi guadagni a fronte di poche ore di lavoro o di un impiego che non richiede grandi specializzazioni: nessuna azienda regala denaro;
- non rispondete alle offerte anonime o con nomi di fantasia: l’azienda deve sempre riportare la reale ragione sociale; fanno eccezione le sole aziende che affidano la ricerca di personale alle Agenzia specializzate (queste ultime, però, devono essere indicate nell’annuncio, assieme al numero di autorizzazione ministeriale);
- attenzione agli annunci in cui le mansioni o il ruolo da ricoprire sono poco chiari: se non sono fornite maggiori delucidazioni durante ulteriori contatti o colloqui, è molto probabile che si tratti di una delle truffe elencate nel decalogo e che si voglia attirare il candidato con la promessa di un buon impiego;
- mai inviare denaro: che sia giustificato con l’invio del “materiale di lavoro”, di un “manuale”, o con l’iscrizione ad un corso di formazione propedeutico all’assunzione, nulla cambia; il fine è sempre quello di estorcervi dei soldi con la promessa di un’occupazione inesistente; lo stesso vale per le chiamate a pagamento e per il marketing piramidale;
- mai lavorare gratis: può sembrare un consiglio “scontato”, ma è importante sapere che l’assunzione del lavoratore deve avvenire prima che questi inizi a lavorare ed il periodo di prova è retribuito normalmente; alcune aziende richiedono un periodo di formazione prima dell’inserimento, nella maggioranza dei casi retribuito; in nessun caso, comunque, sono richiesti soldi al candidato per la formazione, né viene richiesto di lavorare durante il periodo formativo;
- diffidate di chi vi chiede d’inviare nominativi di altri lavoratori interessati o di reclutare persone che stiano “sotto di voi”: molto probabilmente si tratta di marketing piramidale o di aziende porta a porta o call center poco seri;
- diffidate anche di chi richiede un’ingente mole di informazioni, o la compilazione di lunghissimi form e questionari, se l’impresa non è conosciuta: potrebbe trattarsi di persone che trafficano dati illegalmente o che commettono furti d’identità ;
- per lo stesso motivo, mai lasciare le proprie credenziali di accesso alla vostra mail, a vostri account personali (quelli bancari soprattutto!) ed a siti web come quelli dell’Agenzia delle Entrate o dell’Inps: i malintenzionati potrebbero truffarvi o commettere delle truffe a vostro nome;
- se non conoscete l’azienda e non reperite alcuna notizia su internet, è consigliabile farvi accompagnare al colloquio da qualcuno; dietro il finto annuncio potrebbe nascondersi un maniaco o un rapinatore;
- se il vostro interlocutore, durante il colloquio, non è chiaro al riguardo delle mansioni e dell’inquadramento, ponetegli domande mirate: sarà facile farlo “cadere in fallo”; lo stesso consiglio vale nel caso in cui un “amico” vi proponga un’offerta di marketing piramidale.
Questi sono i consigli fondamentali per evitare di cadere nelle trappole più utilizzate.
Non esiste uno “scudo universale” per evitare di essere imbrogliati: l’esperienza e la formazione, però, aiutano molto, assieme alla ricerca di lavoro “mirata” sulla specifica preparazione posseduta. E’ più difficile, infatti, che dietro offerte di lavoro dettagliate, per mansioni ben precise, si nascondano truffe, tarate, queste ultime, su impieghi generici, dunque idonee a mietere molte più vittime.